Tra tutte le Valli Dolomitiche, Sesto occupa un posto di nobiltà.
Non ha la grandiosità della conca Ampezzana o la vastità delle Valli che circondano il Sella ma proprio per questo è unica e meravigliosa.
La Valle si diparte da San Candido, staccandosi quasi all’improvviso dall’Alta Pusteria ed entrando in un mondo tutto proprio, lontano dalla vivace frenesia e mondanità di San Candido stessa e di Dobbiaco.
Sesto è piccola, bella, curata, quieta, riposante.
Sesto è, soprattutto, la dorata chiave che apre il meraviglioso mondo delle Dolomiti di Sesto.
I boschi verso il Comelico sono di una bellezza rara ma è arrivando a Moso che si entra in un’altra dimensione: la Val Fiscalina.
Il grande Luis Trenker la definì la Valle più bella del mondo.
I lariceti secolari ed i pascoli curatissimi sono uno spettacolo tra i più incantevoli delle Dolomiti, il tutto sotto lo sguardo vigile delle Crode Fiscaline. Dopo di loro, l’immensità delle Dolomiti di Sesto.

DORMIRE NEI MASI

SENTIERI DELLE MALGHE

TRAVERSATA DA SEXTEN A PASSO MONTE CROCE COMELICO PER LE ALPI CARNICHE

Splendida traversata, adatta a buoni camminatori ma, soprattutto, a chi non vuol perdersi un palco di gala sullo straordinario spettacolo delle Crode di Sesto. Questo percorso si presta a molte varianti, sia nell’accesso che nell’uscita dall’attività. Qui proporremo la versione classica, suggerendo fin d’ora di ignorare facili scorciatoie che lasceremo volentieri ad altri (cioè quasi tutti).
Da St. Veit, frazione di Sexten, parte la funivia per il Monte Elmo. Prenderla sarebbe oltremodo comodo perchè ci porterebbe in pochi minuti in quota. Prenderla, però, ci priverebbe della deliziosa salita nel bosco e del piacere di vivere la traversata fin dalla sua origine. Prendiamo quindi le stradine del borgo verso il monte, fino a raggiungere, in breve tempo, il segnavia 13. Costeggiamo orti, giardini, baite per poi salire per prati fino all’Hotel Panorama, dove incrociamo la strada comunale che sale da Sexten. All’incrocio seguiamo il segnavia 3 e saliamo, ancora per la stradina che ben presto diventa strada poderale. La via è comoda e ci si inoltra nel bosco. È bello salire osservando il fondo valle allontanarsi pian piano, godendo dei mille particolari del luogo. Il passo deve essere spedito perchè la meta è assai lontana. Tocchiamo il piccolo Rifugio Larice (m. 1.830) e, per ampi tornanti, arriviamo infine a quota 2.041, alla stazione di arrivo della funivia di Sexten. Via veloci, ad evitare la folla vociante, continuamo a seguire il segnavia 3 a cui si abbina il segnavia 20. Se fino ad ora siamo stati al coperto del bosco da qui in poi tutto si apre e ci si prepara allo spettacolo di cui si godrà per buona parte della traversata. Passiamo a fianco del rifugio Gallo Cedrone: un gran posto che invoglia assolutamente alla sosta. Siamo a quota 2.150 ed il sentiero continua a salire, mai ripido ma costante. Passiamo sotto la vetta del Monte Elmo ed ormai il panorama si sta svelando ai nostri occhi. A quota 2.350 arriviamo ad un osservatorio, una casetta di legno con cartelli indicatori ben piazzati. Siamo sul confine, i cippi sono ben visibili e camminiamo con un passo in Italia ed uno in Austria.

Qui il panorama è superbo: davvero ci pare di essere in un teatro ed avere di fronte a noi l’imponente spettacolo della natura. 
Le Crode di Sesto svettano imperiose, una dopo l’altra, in un crescendo che lascia senza fiato: dai Tre Scarperi alle Crode Fiscaline, fino alla Croda Rossa di Sesto. In secondo piano il Popera, il Paterno, le Tre Cime. Attardarsi qui è il vero senso di questa traversata.
Ripartiamo, infine, puntando dritti al Sillianer Hütte (m. 2.447). Qui siamo alla quota più alta che toccheremo nel nostro viaggio ed è bello lasciare che lo sguardo si perda dalla parte opposta rispetto alle crode, sui grandi declivi che scendono verso la parte austriaca della Val Pusteria. Il cammino è stato lungo fino a qui ma ora ci attende la discesa. Dopo il Sillianer superiamo un breve tratto leggermente esposto per continuare a seguire il sentiero che ormai taglia la costa del Monte Arnese. All’altezza della vetta di quest’ultimo il sentiero piega con decisione a destra, abbandonando la traversata carnica che proseguirà ancora molto a lungo verso sud-est. Il nostro cammino (segnavia 134, poi 133) si inoltra in grandi pascoli su un terreno spesso bagnato e fangoso. Perdiamo dolcemente quota fino a giungere ad una delle malghe più belle di queste montagne, la Klammbach (m. 1944). 
La conca è deliziosa, ampia, soleggiata. Fermarsi a ristorare il corpo e lo spirito è d’obbligo. Da qui si dipartono varie vie e tutte meriterebbero di essere percorse. Ma noi vogliamo tener fede al nostro disegno, iniziato nella ormai davvero lontana Sexten. Proseguiamo quindi la discesa, continuando a seguire il segnavia 133 (poi 132 ed infine 131). Ci tuffiamo nel bosco e qui i boschi sono fantastici! Scendiamo ed è un susseguirsi di bivi, di incroci, di sentieri che si aprono e ci incuriosiscono. Arrivati al bivio per Malga Nemes la tentazione di una toccata e fuga è forte ma ormai vogliamo concludere la nostra traversata. Continuiamo a scendere, sempre di buon passo, fino a giungere al passo di Monte Croce Comelico, vero confine tra mondi diversi, le montagne venete ed il Sud Tirolo.

Chiudiamo qui questa entusiasmante prova di escursionismo. 
Sexten è lontana e per tornare al punto di partenza aspetteremo il comodo autobus di linea che scende a Moso e poi a Sexten

DA MOSO AL RIFUGIO LOCATELLI, PER LA VAL FISCALINA E LA VAL SASSOVECCHIO

Luis Trenker, il grande regista di montagna, alpinista di valore, la definì la valle più bella del mondo.
È la Val Fiscalina, la reale porta d’ingresso alle Dolomiti di Sesto ed al regno delle Tre Cime. È piccola, breve, sontuosa. Circondata da una corona di crode, la famosa Meridiana di Sesto, è davvero una gioia per gli occhi e per il cuore. 
Lasciamo l’auto ai Bagni di Moso, dove parte l’impianto per la Croda Rossa di Sesto. Assolutamente da evitare la tentazione di proseguire sulla strada fino ai parcheggi: ci si perderebbe una meraviglia delle Dolomiti. Passiamo sul ponte che ci porta sull’altro lato del vivace Rio Fiscalino e prendiamo decisi la bella strada sterrata che si inoltra nel pascolo della valle. Ma, attenzione, per quanto sia delizioso questo sentiero, lo seguiremo solo per il tratto iniziale: al bivio con il segnavia 12, quello che conduce al Monte Casella, prendiamo a destra e saliamo rapidi nel bosco fitto fino ad incrociare il sentiero 1A, quello che giunge direttamente da Moso.
Da qui in poi siamo in uno dei luoghi più belli delle Dolomiti intere, il lariceto secolare della Val Fiscalina. Il nostro sentiero corre nella parte più alta del pascolo, tra larici e prati davvero da fiaba. Un luogo incantato.
Proseguiamo fino a quando il sentiero si ricongiunge, con quello principale, ai parcheggi. Da qui in poi camminiamo al centro della valle, su comodo ed ampio sentiero: siamo nel Piano Fiscalino. Giungiamo dunque al fondo valle, dove sorge una baita, il Rifugio Fondovalle (m. 1.526). Sopra di noi incombono le Crode Fiscaline, severi gendarmi di guardia ai valichi che conducono alle Tre Cime di Lavaredo. Di fronte abbiamo un bivio: a sinistra si risale la Val Fiscalina Alta, luogo alquanto impervio, fino al famoso Rifugio Comici. A destra, inizia la Val Sassovecchio. Questa è la nostra via e prendiamo il sentiero 102, Alta Via 5 delle Dolomiti.
La salita sarà lunga, a tratti faticosa, con un dislivello importante: sono 900 i metri che dovremo superare per giungere all’Alpe dei Piani e poi alla Forcella di Toblin (m. 2.386). Ma qui giunti, ai piedi delle ultime propaggini di quella strepitosa montagna che è il Paterno (Paternkofel) e del Sasso di Sesto, ci troviamo, davanti agli occhi, uno dei più incredibili e celebrati spettacoli delle montagne di tutto il mondo: la magnificenza delle pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo. Il mitico Rifugio Locatelli, il Drei Zinnen Hütte (m. 2.405), è a pochi passi.
Qui termina il nostro itinerario, anche se qui, davvero, si apre un mondo.

DALLA VAL CAMPO DI DENTRO A MOSO, PER IL RIFUGIO LOCATELLI E LA VAL FISCALINA

Presentiamo un’escursione importante.
Lo è per più aspetti: lo sviluppo è impegnativo, così come lo è il dislivello. Pur non presentando un terreno complesso dal punto di vista tecnico, si svolge in ambiente solitario, a volte severo, con notevoli distanze tra i vari punti di appoggio. L’escursione è bellissima, una delle perle di questo settore, ma va affrontata con prudenza ed attenta valutazione delle proprie risorse fisiche.

Val Campo di Dentro è l’incipit di questa nostra lunga avventura. Ora, qui ai puristi non si potrebbe che suggerire di lasciare l’auto nel parcheggio nel bosco, al bivio del lago artificiale sulla strada di Sexten, e di incamminarsi di buona lena su per la valle. È però da considerare che lo sviluppo di questo viaggio è notevole e quindi, per evitare di trovarsi in difficoltà con i tempi, converrà prendere la corriera di linea che parte pochi metri dopo il parcheggio. Ci si priverà di una deliziosa camminata nel bosco verdissimo di Campo di Dentro, ricco di acque, ma si salirà rapidamente al secondo parcheggio, dove la strada termina. Peraltro, ad onor del vero, lo spettacolo che si gode dalla corriera è bucolico: la strada corre al centro della valle tra prati ed alpeggi curatissimi.
Ripartiamo dunque dal secondo parcheggio, detto Antoniusstein.

La prima parte del percorso è un leggero saliscendi in ambiente quasi fiabesco, in un bosco ora meno folto ma con formazioni rocciose curiose che interrompono qua e là la vegetazione. Camminiamo veloci tenendo alla nostra destra la Rocca dei Baranci mentre alla nostra sinistra, imponente, si presenta già Punta dei Tre Scarperi, una delle cime della nobiltà di Sesto. Punta dei Tre Scarperi e le crode ad essa collegate saranno nostre silenziose e severe compagne di viaggio fino a quando ci lasceranno per entrare nel mondo leggendario delle Tre Cime di Lavaredo. In breve tempo raggiungiamo dunque il Rifugio Tre Scarperi e Campo di Dentro, a quota 1.626.
Luogo strepitoso, con un pianoro che indurrebbe davvero al riposo ed alla meditazione. Ma, purtroppo, non è possibile far altro che scivolare veloci oltre la staccionata ed attraversare la valletta. Il nostro segnavia è il 105 e lo terremo sempre caro, ignorando prima il segnavia 8 e poi il 9. A malincuore, verrebbe da dire, perchè entrambi conducono in luoghi splendidi.
Di fronte a noi, quasi guida per i nostri passi, si erge il Monte Mattina, proprio al centro del nostro percorso.

Pieghiamo dunque a sinistra al bivio con il 9 che se ne va verso la Forcella del Lago e lasciamo infine la quiete pastorale di Campo di Dentro. Da qui sarà montagna vera, solitaria. Sopra di noi Punta Lavina Bianca ed il Lastron dei Scarperi hanno preso il testimone dalla Punta dei Tre Scarperi.
Sono crode minori, ma non meno imperiose ai nostri occhi. Fino a qui abbiamo camminato a lungo ma con dislivelli modesti, ora invece cambia tutto.
La salita è un balzo di settecento metri per una rampa continua, imperiosa prima, meno inclinata poi fino a raggiungere una sorta di balconata che ci proietterà in un altra dimensione. Questo tratto è faticoso, un continuo susseguirsi di bastioni rocciosi che sembrano non dare tregua alla fatica del camminare.
L’ambiente intorno è desertico, per alcuni aspetti spettrale: non è luogo dove farsi sorprendere dal maltempo.
Perseverando giungiamo infine al bivio tra il nostro sentiero e quello che conduce al Passo dell’Alpe Mattina.
Qui si apre il mondo meraviglioso delle crode di Sesto. Come poter descrivere tanta magnificenza?
Subito sotto di noi la Torre di Toblin, la Val Rinbon, la Grava Longa e di fronte lo spettacolo immenso delle pareti nord delle Tre Cime di Lavaredo.
Subito a sinistra il Monte Paterno, montagna magnifica, degna compagna delle Tre Cime. Ma è tutto l’insieme delle crode che svettano per ogni dove, ovunque si rivolga lo sguardo, che suona come potente sinfonia. In pochi luoghi come da questo punto si ha una tale visione delle Dolomiti.

Ora si va veloci, in leggera discesa verso il Sasso di Sesto e la Forcella di Toblin. Giungiamo in uno dei rifugi più iconici delle Alpi tutte, il Drei Zinnen Hütte, il Rifugio Locatelli. Il luogo è quasi unico, si respira la storia della montagna, di guerra bianca e di alpinismo leggendario.Qui si apre un nuovo mondo, ma noi dobbiamo completare il nostro viaggio. Prendiamo il 102 ed attraversiamo l’Alpe dei Piani per poi lanciarci nella discesa a gradoni della Val Sassovecchio. Il sentiero è faticoso, impervio e la discesa, dopo tanto cammino, richiede attenzione. Arriviamo infine in Val Fiscalina, valle deliziosa e pian piano, ormai su un terreno quasi pianeggiante, giungiamo a Moso. Dovremo ritornare a riprendere il mezzo al parcheggio di Campo di Dentro e qui la corriera di linea sarà di aiuto.
Termina così una delle più belle escursioni delle Dolomiti di Sesto.

 

 

 

MANGIARE IN MALGA

Rifugio Fondovalle

A Sesto, nella meravigliosa cornice della Val Fiscalina ed alle porte del Parco Naturale Tre Cime, si trova il Rifugio Fondovalle: incantevole rifugio dove è d’obbligo fare una sosta per provare la deliziosa cucina.
Magicamente collocato ai piedi delle Crode Fiscaline, il rifugio lo si raggiunge con una piacevole e panoramica passeggiata di circa 40 minuti dal parcheggio a pagamento in prossimità dell’hotel Dolomitenhof.

La strada, inizialmente asfaltata, non presenta alcuna difficoltà (praticamente camminiamo sempre in piano) e permette di godere di un panorama davvero strepitoso: verdi prati, alte vette ed una sensazione di tranquillità ci accompagna per tutto il tempo.
Lasciata la strada asfaltata continueremo a camminare su sterrato fino a raggiungere il bellissimo Rifugio Fondovalle dove non potremo che rimanere incantati dalla posizione incredibile in cui sorge.

Il Rifugio è davvero accogliente ed è un vero e proprio paradiso per i bambini: c’è una bellissima area giochi esterna con scivolo, altalena, sabbiera, giochi in legno ed un recinto con tanti bei coniglietti da accarezzare.
In estate ci si può accomodare nella bella terrazza esterna e mangiare non perdendosi neanche un secondo del maestoso panorama circostante.
La cucina è davvero molto buona e chi serve ai tavoli di una gentilezza squisita.
Il Rifugio, inoltre, dispone di camere in legno naturale che possono ospitare da quattro fino a dieci persone.

Dal Rifugio partono innumerevoli sentieri, più o meno impegnativi, che portano a mete decisamente incantevoli: Prati di Croda Rossa, Rifugio Comici, Rifugio Pian di Cengia fino ad arrivare al Rifugio Locatelli (sono solo alcune delle mete raggiungibili).

Del resto, se il grande Luis Trenker l’ha definita la valle più bella del mondo un motivo ci sarà!!!